giovedì 17 maggio 2018

3°M, 3°I e 3°I ad agropoli a girare un cortometraggio sul cyberbullismo

ATTORI PER UN GIORNO
Il 3 maggio 2018 gli studenti di 3°M, 3°I e 3°G sono state ad Agropoli, dove, sotto la guida del regista Gianni Petrizzo di Cilento Channel, hanno girato un cortometraggio sul Cyberbullismo che parteciperà al Concorso nazionale Ciak si gita!
Ecco il servizio del TG che abbiamo realizzato sull'evento e che è andato in onda al Tg di mercoledì 9 maggio 2018.

sabato 10 febbraio 2018

L'alfabeto dei sentimenti

In questi mesi stiamo lavorando sui sentimenti. Ognuno di noi ha letto un libro e l'ha asociato ad un sentimento. Così abbiamo creato il nostro ALFABETO DEI SENTIMENTI.

A come AMICIZIA

Caro Andrea,
oggi ti voglio parlare di un libro che mi è piaciuto molto che si intitola «ERO CATTIVO». Parla di un ragazzo di dodici anni di nome Angelo che dentro di sé prova tanta antipatia verso gli altri, e da tutti è considerato cattivo. Oramai si è abituato. Fa scherzi di cattivo gusto, non ubbidisce, prende brutti voti a scuola, non sta attento. Un giorno esagera troppo e la sua professoressa di inglese si spaventa tanto da avere un infarto mortale. Angelo rimane scioccato da questo e il tribunale dei minori lo manda in una casa, in mezzo alla campagna, governata da Padre Costantino, che è diverso dagli altri adulti. Non sgrida mai e non alza mai la voce, comprende le sue emozioni e quelle degli altri ragazzi: Nicola, che è stato un alcolista. Leo, che ruba e Mara, violentata e incinta a soli quindici anni. Padre Costantino ha un modo tutto diverso di insegnare e ogni ragazzo deve avere un obbiettivo, un sogno. Leo suona molto bene il clarinetto e vuole diventare un musicista, Nicola vuole diventare uno chef e Mara nuotare con gli squali. Così Angelo decide di volere un cane. Il prete dipinge ritratti ai ragazzi e alle cose che lo circondano molto bizzarri: non li disegna come sono ora, ma come saranno in futuro. Non dice mai "se" ma soltanto "quando". Questo comportamento aperto, pronto ad ascoltare, capire e cambiare disorienta molto Angelo, abituato a essere sempre rimproverato e castigato, talvolta anche picchiato da un padre violento. Per questo dapprima prova odio e fastidio per il prete, ma in seguito riuscirà a cambiare e amare quel comportamento pacato, aperto e sorridente. L'autore manda un messaggio chiaro, concreto: spesso non servono obblighi, castighi, ma un obbiettivo da perseguire e la fiducia di chi si ha accanto. Qualcuno che sia convinto del possibile cambiamento e che ci dia l'amore di cui prima il fato ci aveva privato. È un libro bellissimo, commovente anche per chi deve comprendere le difficili situazioni dei ragazzi con problemi. E anche per gli stessi ragazzi dominati dalla rabbia. come Angelo. Perché nessuno è cattivo veramente e tutti possono cambiare. Perché l'importante non è cadere, ma riuscire a rialzarsi.
Questo libro è molto bello insegna che alla fine basta avere un sogno nel cassetto che vuoi realizzare e che se ti impegni riuscirai a realizzarlo. Basta solo credere in te stesso e darti tanta fiducia. Angelo all'inizio non voleva essere come gli altri, voleva essere al di sopra di loro, voleva farsi rispettare facendo vedere agli altri di che cosa era capace,  anche se a soffrire non era lui ma qualcun altro. Però alla fine Angelo ha imparato che cos'è l'amicizia, è quel sentimento che ti trasmettono che tanto affetto e amore.
Silvia BIONDINO

B come BISOGNO
Caro Leonardo,

ti scrivo per raccontarti di un libro che ho letto: il diario di Anna Frank, una bambina ebrea vissuta
nel periodo della Shoah. Lei viene uccisa a 16 anni nel campo di concentramento di Bergen Belsen, ma lascia un diario con la sua "testimonanianza" sul periodo di vita al campo di concentramento.
Anna nasce nel 1929 e viene portata al campo a 15 anni. Però partiamo da dove tutto è iniziato: è il 12 Giugno 1942 e Anna compie gli anni, per regalo le viene dato un diario. Ad un certo punto iniziano le forti persecuzioni contro gli ebrei ed Anna è costretta a scappare ad Amsterdam dopo che Hitler occupa l'Olanda. La famiglia di Anna e altri suoi amici si nascondono in una vecchia fabbrica di spezie. Questi locali sono molto scomodi e freddi. Per Anna è una grande difficoltà perchè lei vuoi libertà ma non può più averla, essendo chiusa in un posto freddo e inadeguato. La ragazza nei due anni in cui resta chiusa li decide di scrivere un diario, in cui racconta le sue poche gioie, il suo dolore e le sue moltissime speranze ed opinioni. Racconta anche episodi banali e di vita quotidiana. In tutto ciò lei scrive queste ad una certa Kitty, la sua amica immaginaria. Nel suo diario parla anche di un ragazzo di nome Peter di cui si innamora. Inoltre il padre sembra non avere più un legame con lei e la madre non le da molto affetto, inoltre la sorella è molto triste a causa della situazione. Ormai è costretta anche a vivere con altre persone e quindi non ha più uno spazio tutto per lei. Si dedica allo studio delle varie materie.
Per Anna nella "casa" in cui vive c'è noia e nulla di speciale, tranne Peter da cui va una sera in soffitta, e per come ti ho già detto, provava un piccolo sentimento d'amore che lui contraccambiava.
Un giorno vi è una segnalazione, forse da parte di una spia che scopre il rifugio di Anna. Così il 4 Agosto 1944 un tedesco e degli olandesi fanno irruzione in casa e vengono tutti arrestati dai soldati tedeschi. Qualche giorno dopo, portano i prigionieri in un campo di concentramento in Olanda chiamato Westerbork e in seguito, il 2 Settembre 1944, sono condotti ad Auschwitz. Li dividono gli uomini e le donne, così il padre di Anna si divide da lei. Nel periodo di permanenza, racconta tutto ciò che le succede, cosa prova e cosa vede intorno a lei, ovvero terrore e distruzione. Prova paura, noia, stanchezza, malore...
In seguito la madre di Anna muore e molto tempo dopo, nel Febbraio del 1945, ormai malata di tifo, stanca, esausta e malnutrita, muore pochi giorni dopo sua sorella. Purtroppo vengono sepolte in fosse comuni. Poche settimane dopo, gli inglesi liberano i campi di concentramento e i tedeschi perdono. L'unico sopravvissuto è il padre a cui viene restituito il diario di Anna. In questo libro ho potuto leggere e anche capire quanto l'uomo può essere crudele e spietato nei confronti dei suoi simili, però posso vedere molta speranza in lei e tutte le sue emozioni: la tristezza, la gioia etc. Uno dei sentimenti è il bisogno: di necessità, libertà e di scrivere come se non potesse farne a meno. Far capire i suoi sentimenti e cosa prova in ogni cosa: eventi speciali o anche semplici scene di vita quotidiana come mangiare a tavola.
Caro Leonardo, ti consiglio questo libro, fa riflettere molto e quando lo leggi ti fa provare un sacco di emozioni.
La tua Monica BRANCACCIO

C come CORAGGIO
Ciao Mary,
come va? La scuola? Io tutto bene! Oggi sono qui a scriverti, come ogni fine mese, per raccontarti il libro che ho letto in questo periodo. Il libro si intitola: “Questa sono io”. Questo libro parla di una ragazza di nome Viola che vive insieme alla nonna perché i suoi genitori sono troppo impegnati nel lavoro e quindi non riescono ad occuparsi di lei e quindi hanno preferito affidarla a lei  e non rischiare l’intervento degli assistenti sociali. La sua nonna è molto brava a preparare i dolci e per questo è spesso fuori casa con le amiche a fare la spesa, tanto più che il giovedì, il giorno in cui Viola esce alle 12 da scuola la nonna non riesce ad andare a prenderla. Viola è molto legata alla sua migliore amica che si chiama Arianna; per lei Arianna è la persona più preziosa che ha insieme a sua nonna che si pende sempre cura di lei. Viola considera come mamma anche la mamma di Arianna. Viola con Arianna passa sempre il pomeriggio tra compiti e bellezza. Viola è una ragazzina di 14 anni che come tutte le ragazzine di quell’età è innamorata persa di un ragazzo, Michele. Michele piace molto anche a Cecilia la ragazza più popolare in tutta la scuola, che con il suo gruppetto di amiche prendono in giro le altre persone. Viola quando ha bisogno si confida sempre con Arianna che la consiglia e la fa tranquillizzare.
Un giorno Viola iniziò a pensare alla sua famiglia, a sua madre e suo padre, che non si faceva chiamare papà, ma Vincenzo. Lei aveva il cognome della mamma e questo la fece molto insospettire; un giovedì quando uscì da scuola, approfittando dell’assenza della nonna si mise a cercare informazioni in casa. Andò subito in camera di sua madre per prendere la sua scatola dei ricordi. Appena la aprì trovo solo delle foto dove c’erano lei e suo padre in vacanza con annotate dietro le date, scoprì che i suoi genitori erano andati in vacanza quando lei era già nata, questo la fece ragionare molto. Quel pomeriggio andò subito a casa di Arianna per trovare insieme informazioni su suo padre. Arianna e Viola non trovarono molti dati solo delle foto dove c’era Vincenzo con due ragazzi, Viola capì dalla foto perché si faceva chiamare Vincenzo e non papà. Arianna per consolarla le svelò il suo più grande segreto, cioè che era stata adottata. Viola non raccontò niente alla nonna.
Il giorno dopo a scuola diedero la notizia di una gita scolastica non obbligatoria, a Viola venne subito in mente un’idea. Il pomeriggio raccontò la sua idea ad Arianna: voleva andare a Parma a vedere se Vincenzo aveva veramente due figli e Arianna si offrì di accompagnarla.
 Arrivò il giorno della partenza; quando arrivarono a Parma, Viola era serissima non parlava neanche con Arianna. Andarono in un bar davanti al palazzo dove abitava Vincenzo lo videro e decisero di seguirlo. Dopo averlo seguito per molto tempo arrivarono davanti a una scuola e lui era lì per recuperare due ragazzi che lo chiamarono papà. Viola ci rimase molto male, ma una volta a casa se lo dimenticò, si arrabbiò però con sua madre che non le aveva detto la verità.
Viola con un gruppo di amici tra cui Michele, Arianna, Francesco, Marco e altri organizzavano molti pomeriggi alla gelateria di Rollo e anche una gita al Crotto del Pino.
Viola ci impiegò molto a convincere sua nonna a farla partire con i suoi amici e con Rollo che si era offerto di portarli. Il giorno dopo la nonna le diede la notizia che in quel fine settimana sarebbe arrivata la mamma in città. Viola non la voleva vedere sua madre quindi organizzò con Arianna una giornata SPA. Quando arrivò la mamma in città, Viola andò da Arianna alle 10 così da evitare di incrociarla però quando torno alle 17 la trovò sulla porta di casa pronta a ritornare a Venezia. Dopo pochi giorni la nonna diede una brutta notizia a Viola, il papà sarebbe venuto in città per stare con lei il giorno in cui doveva andare via con i suoi amici, lei non voleva rinunciare alla sua gita allora decise di chiamare Vincenzo per accordarsi su un altro giorno, ma lui non rispose.
Rollo, il gelataio, aveva dei problemi; doveva riorganizzare lo spettacolo che ci sarebbe stato il fine settimana seguente, i ragazzi dovevano esibirsi al posto di una band che aveva dato disdetta a Rollo.
I ragazzi decisero di fare tutti qualcosa esibendosi a coppia o singoli, Arianna e Viola non sapevano cosa fare, quindi dedicarono una serata a pensarci e arrivarono alla conclusione di fare una piccola scenetta di uno spettacolo di cucina.
Una mattina arrivò un regalo per Viola da parte di Vincenzo e sua madre, la ragazza decise di non aprire il regalo perché non le serviva a niente e perché loro non erano dei genitori “veri” perché non stavano mai con lei, non la vedevano crescere e non le davano il vero affetto che tutti i genitori devono dare ai propri figli, la nonna si rassegnò e non le rispose per non litigare.
La gita a Crotto era andata benissimo; tutti si erano divertiti passando un pò di tempo con i propri amici. Viola e Michele riuscirono a stare un po’ insieme e mentre stavano vedendo un video lei scoppiò a piangere e finì per raccontare a Michele e a Rollo la sua vita. Dopo la gita Viola decise di scrivere una lettera a Vincenzo, in quella lettera mostrò un grande coraggio. Gli scrisse che non lo voleva più vedere perché lui non era il suo vero papà e che non le servivano a niente i suoi regali perché lui era una persona falsa e bugiarda.
Dopo pochi giorni la nonna decise di parlare con Viola della lettera per farsi spiegare il perché l’aveva scritta. Viola si arrabbiò anche con la nonna che non le aveva detto la verità però la nonna le spiegò che aveva fatto questo per non farla soffrire, allora Viola capì e le diede un forte abbraccio.  Ora ti voglio un po’ parlare di Viola, lei era una ragazza come noi alta e magra, una ragazza molto forte, coraggiosa e anche un po’ timida perché si vergognava a parlare con Michele come noi con i ragazzi che ci piacciono. Questo libro mi ha comunicato molto il sentimento del coraggio perché ho notato in Viola molto coraggio nell’andare avanti e nell’essere sola, senza genitori, nella sua vita. Ho notato anche in lei il coraggio nell’andare in una città a lei sconosciuta per trovare il suo vero padre e quindi la sua felicità. Quindi verso di lei ho molta stima perché lei riesce ad andare avanti anche senza dei genitori ma solo con la sua nonna che la sostiene come se fosse un genitore.
Ciao Mary ti saluto ci sentiamo presto, aspetto anche la tua lettera dove racconti il tuo libro. Ti voglio bene! Un bacio
Susanna DANIOTTI

D come DOCILITA'
Caro amico,
adesso ti parlo di un libro molto bello e incantevole leggi bene: Kit Watson, un ragazzino di 13 anni,
si trasferisce nella città di Stoneygate, dove viveva il suo caro nonno che era rimasto da solo dopo la morte della nonna. Stoneygate era una città dove c’era stata una vecchia miniera e in giro si trovavano dei segnali di questa miniera. Kit all’inizio non conosceva nessuno, poi piano piano si avvicinano a lui un gruppo di ragazzi il cui capo si chiamava John Askew. Era un ragazzo aggressivo, scontroso e molto strano; suo padre beveva e non sembrava un ragazzo felice. Questo gruppo faceva di nascosto il gioco della morte nascondendosi sottoterra dove c’era stata la miniera. Tanti anni prima erano morte delle persone nella miniera e tanti bambini dopo un crollo. Il nonno raccontava sempre a Kit le storie della miniera e a lui faceva molto piacere ascoltarlo. Gli raccontava di un bambino morto che lui vedeva, chiamato Luccicaseta (gli faceva molta tenerezza). Questi ragazzi coinvolgono Kit in questo gioco in cui facevano finta di morire finché un giorno Kit viene seguito da una prof. e vengono scoperti; gli impediscono di fare questo gioco e John viene espulso dala scuola. Kit che era un bravo ragazzo voleva aiutare John perché aveva capito che era una ragazzo molto solo. Nel frattempo Kit diventa molto amico di Allie ovvero una ragazza che faceva parte del gruppo e vanno spesso in giro insieme. Il nonno, a mano a mano per una malattia perde sempre di più la memoria. John sparisce e nessuno sa dove sia e dove si sia nascosto.
I genitori si disperano e anche suo papà, anche se lo trattava male, e chiedono a Kit di cercarlo e riportarlo a casa.
Kit viene avvicinato da un amico di John che lo convince ad andare in un rifugio sottoterra dove c’era John che lo aspettava e lui naturalmente ci andò, rimasero soli tutta la notte sottoterra. Kit lo convinse a ritornare dai genitori che lo aspettavano calorosamente e gli disse che potevano diventare amici veri. Lui sfogandosi pianse e ritornò dai suoi cari facendosi però prima cercare da Allie perché naturalmente si stava preoccupando.
Escono dalla miniera trovati da Allie e accolti calorosamente da tutti. LORO ALLA FINE DIVENTANO MOLTO AMICI PERCHÉ SCOPRONO DI AVERE TANTE COSE IN COMUNE COME QUELLA DELLA VISIONE DEI BAMBINI MORTI. Grazie a Kit, John venne accettato nuovamente a scuola.
Personaggio e sentimento: Il mio personaggio  preferito è stato Kit perché ho capito che lui, anche se incontra personaggi scorbutici, riesce a capire il buono che c’è in loro e riesce a farli guarire dalla loro nuvola maligna ed è questo che mi piace di lui e lui mi ha fatto venire compassione verso quel personaggio guarito da Kit. Mi ha comunicato un senso di docilità. Quindi di questo libro non posso che dire solo cose positive e che ti aiutano.
Non ti resta che leggerlo!
Simone DI BISCEGLIE

 E come EMPATIA
Caro Andrea,
oggi ti voglio raccontare un libro che ho appena letto e che mi è piaciuto molto e vorrei fartelo conoscere. Il libro si chiama “Sulla linea del traguardo” e parla di Leo, un ragazzo che fin da piccolo giocava e aveva la passione per il calcio. Leo a calcio è molto forte e quello che lo spinge ad andare avanti è appunto la passione e la voglia che ha per questo sport. Tutto sembra andare bene e Leo è ad un passo dal realizzare il suo sogno, ma un giorno succede una cosa incredibile: Leo fa un incidente in moto e dopo essere stato per più di un mese in ospedale, esce che non può più camminare e quindi muoversi. Nella famiglia di Leo tutti sperano che lui posso tornare a camminare e infatti gli chiedono anche se volesse cambiare sport e di passare al basket ma lui rifiuta perché pensa di poter tornare a fare quello che voleva, giocare a calcio. Intanto però c’è anche la scuola e per recuperare le lezioni perse viene aiutato da Viola, una sua compagna di classe che gli passa i compiti. Ma subito tra Viola e Leo nasce un legame molto forte. Questa Viola aveva anche lei un sogno, quello di diventare una campionessa nella corsa ad ostacoli. Leo, intanto viene a sapere che non potrà più muoversi per tutto il resto della sua vita. Dopo molti mesi passati in un periodo di “depressione” decide che è ora di cambiare ed iniziare una nuova vita da solo. Con questa fatica lui reagisce e riesce a superare tutte le difficoltà che gli capitano davanti riuscendo a ritrovare la felicità di prima. Questo libro ha suscitato in me empatia perché leggendo la storia di Leo è da brividi. Infatti riesco a capire quello che Leo ha provato in quel momento e per il resto della sua vita. Viola è uno dei personaggi che mi ha colpito di più perché nonostante anche lei abbia una vita e un sogno riesce a dedicarsi anche alla vita di Leo.
Flavio DILERNIA

F come FOLLIA
Ciao Mario,
come stai? E’ da tanto tempo che non ci vediamo.
Ti scrivo per raccontarti un libro, “Viaggio di Maturità”. Parla di un ragazzo di nome Ale che dopo
aver finito gli esami viene lasciato dalla sua ragazza che è andata a Gallipoli, in Puglia. Becco e Lele sono due amici di Ale che gli propongono di andare in Puglia dalla ragazza. Lui accetta e così loro intraprendono un viaggio in cui scopriranno i loro sentimenti e interessi. Questo libro lo descriverei con una sola parola follia perché loro in questo viaggio all’inizio si conoscevano appena ma poi andando avanti nel loro folle viaggio in cui incontreranno molte difficoltà tra cui la rottura della catena della macchina continueranno non per andare dalla ragazza ma per approfondire la loro amicizia.
Tanti saluti
Mattia DON

G come GIOIA
Ciao Tommy,
ne è passato di tempo, ora ti voglio raccontare di un libro fantastico, secondo il mio punto di vista, perché ha una trama bellissima che ora ti andrò a raccontare e magari piacerà anche a te come storia e così potrai pure tu leggere il libro. La storia parla di un bambino di dieci anni di nome August Pullman il cui aspetto lo rende diverso dagli altri perché egli ha una deformazione al viso causata da varie operazioni per aiutarlo a sopravvivere e fare determinate cose quotidiane. August viene chiamato da tutti i suoi amici e parenti Auggie. Infatti ora utilizzerò questo come nome. Auggie fino all'età di dieci anni ha sempre studiato a casa con l'aiuto della madre senza mai andare a scuola perché si riteneva brutto ma anche perché i suoi genitori non si sentivano pronti a mandarlo, così rimane a casa, ma, arrivate le medie, i suoi genitori valutano di mandarlo in una vera e propria scuola. All'inizio prima di  iscriverlo i genitori di Auggie e Auggie stesso decidono di fare un piccolo tour della scuola che riescono ad ottenere grazie al preside Kiap e la signora Garcia. Il tour di Auggie  è guidato da tre studenti della scuola che frequenteranno le medie in classe con lui i cui nomi sono Julian, un bulletto che lo prende in giro, Jack, un ragazzo che nella vita di Auggie ha molta importanza e dopo ti dirò anche cosa ha fatto nei suoi confronti, e infine una ragazza di nome Charlotte che si dimostra rispettosa nei confronti di Auggie. Auggie inizia il suo primo giorno di scuola media, egli è agitatissimo perché sa bene che tutti lo fisseranno e questo ad Auggie da un po' fastidio. Come vicino di banco ha Henry un ragazzo scorbutico che all'inizio non vuole sedersi vicino a lui, ma poi viene costretto. Al corso di inglese Auggie conosce il signor Brown un professore molto simpatico che avrà anch'egli un ruolo fondamentale nella vita di Auggie. Ora finalmente arriviamo alla mia parte preferita ossia la parte in cui Auggie arriva in mensa e nessuno si siede con lui. Ovviamente non è che mi piace perché nessuno si siede con lui, ma perché c’è una ragazza in particolare, di nome Summer, che è l'unica a sedersi vicino ad Auggie perché anche lei come Auggie vuole amici veri. Auggie e Summer diventano presto grandi amici e fondano il “Summer only lunch table” ovvero un tavolo dedicato solo a ragazzi con un nome che ricordi l' estate. Una parte significativa della trama è il giorno di Halloween  in cui tutti a scuola si travestono da qualcosa e così Auggie ne approfitta per non dare troppo nell'occhio e decide di travestirsi. Da travestito nessuno lo riconosce e perciò decide di mettersi in un gruppi di ragazzi, ma sente una cosa che non avrebbe voluto sentire. Ciò che sente è che il suo unico vero amico Jack lo prende in giro con Julian dicendo che è amico di Auggie solo perché è obbligato  dal preside. A queste parole Auggie si dispera  e torna a casa molto triste. Dopo un po' di tempo Jack scopre quanto Auggie possa essere bello e simpatico e così gli chiede scusa ma Julian continua a prendere in giro Auggie che viene difeso da Jack. Alla fine Julian viene espulso per bullismo nei confronti di Auggie così egli non potrà andare in gita. In gita Auggie viene preso di mira da ragazzi più grandi ma viene difeso da Henry e da altri amici che in passato l’avevano preso  in giro. Il finale è bellissimo perché Auggie riceve a fine anno scolastico ad ottenere un importante riconoscimento e diventa famosissimo in tutta la scuola e tutti vogliono essere suoi amici. Questo libro mi è piaciuto molto. Ora voglio descriverti uno dei miei personaggi preferiti ovvero Auggie, mi piace principalmente per il suo carattere e modi di fare ovvero ottimista ma allo stesso tempo un po' timido che secondo me rispecchia molto i miei tratti del carattere, come ben sai Tommy.
Il mio sentimento è la gioia e secondo me questo libro è veramente gioioso. Spero che tu abbia capito la trama del libro e te lo consiglio molto; spero che tu possa leggerlo. Ora devo andare, sto per uscire fuori ci risentiamo la prossima volta con un'altra lettera.
Ciao
Gabriele GRANATA

I come INTERESSE
Caro Stefano,
ti scrivo per raccontarti di un libro che ho letto.
Il libro parla di un ragazzo, di nome Leo, a cui fin da piccolo il padre aveva insegnato a giocare a
calcio, infatti a scuola faceva parte di una squadra di calcio e tutte le ragazze lo amavano. A scuola però Leo non era molto bravo, ma non perchè non si impegnava, ma perchè durante le lezioni si distraeva molto. Un giorno il coach gli disse che domenica avrebbero dovuto fare una partita molto importante e c'era anche una persona importante, un osservatore. Il giorno della partita c'era molta nebbia e piovigginava e per questo si faceva fatica a vedere la strada, ma nonostante tutto Leo decise di andarci in moto. Durante la partita gli avversari lo istigavano facendogli dei falli così Leo si arrabbiò con l'arbitro e finì la partita con un'espulsione. Mentre tornava a casa scaricò tutta la rabbia sull'acceleratore ma così facendo ebbe un brutto incidente, l'ambulanza arrivò subito ma Leo non riusciva più a sentire le gambe. Arrivati in ospedale, i medici fecero alcune analisi e scoprirono che Leo aveva riportato delle gravi lesioni al midollo spinale e che quindi non sarebbe più stato in grado di camminare, quando Leo lo scoprì rimase scioccato e si chiuse in sè stesso. I mesi passavano e i compagni ogni settimana andavano a fargli visita e ci andava pure Viola per spiegargli le lezioni che facevano i professori. Dopo tre mesi iniziò il periodo della riabilitazione, iniziò a giocare a basket e a fare nuoto insieme al suo amico Ruben e tornò a scuola dove festeggiarono tutti insieme il suo rientro. Verso la fine di maggio Leo invitò Viola ad uscire e capirono di essere innamorati l'uno dell'altra così da quel giorno Leo riuscì a riprendersi completamente dall'incidente grazie a Viola che gli era sempre stata vicina.
Il mio personaggio preferito è Leo perché è un ragazzino molto forte e coraggioso e lo si può vedere da come affronta il suo destino dopo l'incidente che non gli permette più di camminare. Questo racconto mi ha suscitato molto interesse perché è molto coinvolgente e allo stesso tempo ti fa riflettere molto su molte cose.
Ora vado, ci sentiamo.
Alessia GRILLINI

L come LUTTO 
Caro Andrea,
non ci sentiamo da tanto, perché dovevo finire di leggere un libro.
precisamente "Non toccate la terra". So che ti piace molto leggere, quindi te lo consiglio.
In questa lettera volevo proprio parlarti di questo, del libro che ho letto, e se anche tu magari hai letto qualche libro in queste settimane, scrivimi, sono molto curioso.
Innanzitutto questo è un libro che parla di un "lutto", non un lutto nel vero senso della parola,
ma un lutto dentro, un lutto interiore...
Il personaggio principale, ovvero il protagonista, è Davide, un bambino di sette anni nato a Taranto.
Tu dirai che è tutto normale, beh fin qui sì,
ma questo bambino ha una malattia molto grave, chiamata "Leucemia linfoblastica acuta".
Però nonostante questa grave malattia vuole inseguire i suoi sogni, quello di diventare un supereroe.
Davide ama letteralmente le storie dei supereroi, e anche i cartoni animati...
Ma purtroppo è costretto a stare in un letto di un ospedale, ad immaginare con la sua grande fantasia tutti i suoi sogni.
Però a colmare questa malattia c'è papà Nicola, mamma Gioconda e il fratello, Stefano che ha solo quattordici anni.
Davide lotta ogni giorno contro questa malattia, lui non si arrende mai perchè il suo asso nella manica è la speranza, la forza, e soprattutto la propria, fantastica e infinita fantasia.
Lui è solo un bambino, ma ha la forza di un vero uomo.
Quindi Andrea, penso che tu abbia capito che questo libro parla di cose difficili, anzi, molto difficili, ma questo è solo uno dei tanti problemi che ci sono nella vita di Davide, perché il "mostro" che deve sconfiggere è l'Ilva.
L'Ilva è una ciminiera che sputa sostanze tossiche, notte e giorno, da tantissimi anni, avvelenando tutto quello che c'è nei dintorni, l'aria, il mare, e la terra.
Davide è affetto da questa grave malattia, a causa di questa brutta, sporca, e mortale ciminiera.
Quindi questo libro esprime un grave e brutto lutto dentro di ognuno dei familiari di Davide, ma sperano che riesca a combattere e a sconfiggere definitivamente questa malattia.
Andrea, io te lo consiglio perché questo libro esprime la brutta verità di queste ciminiere, che infettano tutte le cose presenti in questo pianeta, e che se continueranno così, moriremo anche noi...
Spero di rivederti presto, perché devo raccontarti molte altre cose.
Un abbraccio,
Daniele MARANCA

M come MALINCONIA
15 Gennaio 2018
Caro Giovanni,
 è da un po’ che non ci sentiamo, sicuramente avrai un sacco di cose da raccontarmi; io non ho un
granché da dirti ma nell’ultimo periodo ho letto un libro che mi ha colpito molto negli ultimi tempi: “Hunger Games – La ragazza di fuoco”. Non hai idea di quanto mi abbia appassionato, devo assolutamente raccontartene la trama. Quindi ti dovrai sorbire il riassunto di questo capolavoro. Hunger Games è ambientato in un’epoca futura non identificata, in una nazione chiamata Panem, con capitale Capitol City,
Come punizione per un precedente tentativo di ribellione al potere di Capitol City ogni anno un ragazzo ed una ragazza di età compresa fra i 12 ed i 15 anni vengono prelevati con un sorteggio (dei foglietti con scritti i nomi) da ogni distretto (12 in tutto) e costretti a partecipare agli Hunger Games.
Ogni Distretto produce beni o servizi per Capitol City: lavorazione della polvere da sparo, produzione della frutta …
La protagonista proverrà dal 12° Distretto che è dedito alla raccolta del carbone.
Gli Hunger Games sono un grande evento televisivo nel corso del quale i partecipanti o “Tributi” devono combattere fino alla morte in un luogo prestabilito “l’Arena” sino a quando solo uno di loro sopravvive.
La storia racconta dell’orfana di padre sedicenne Katniss Everdeen che si offre volontaria per gli Hunger Games per salvare la sorella minore Primerose che aveva avuto la sfortuna di essere stata estratta.
Questa è una parte “fantastica” che mi ha fatto riflettere tantissimo: “Se fosse successa ad una persona a me cara, avrei fatto quello che ha fatto Ketniss?”. Nel tempo in cui rifletti un po’ anche tu su questa domanda, ti descrivo un po’ il fantastico personaggio che è Katniss Everdeen. Ha lunghi capelli neri lisci raccolti in una treccia, pelle olivastra ed occhi azzurri tendenti al grigio. E’ magra e non molto alta, ma abbastanza forte per cacciare per la sua famiglia al posto del padre ormai defunto (cacciava nonostante fosse illegale fuoriuscire dal proprio distretto e cacciare). E’ una ragazza indipendente ed impulsiva, ma quando serve metodica, intelligente e forte d’animo. E’ una persona sensibile ma il suo unico grande problema, secondo lei, è di non essere brava a fare amicizie e di essere fredda. Afferma che le persone gentili sono le più pericolose perché dopo aver guadagnato la sua fiducia, potrebbero tradirla non appena lei non se lo aspettasse.
Secondo me però le qualità che la descrivono di più potrebbero essere: coraggio e benevolenza.
Continuo con il racconto; ti ricordo che gli estratti sono due per ogni Distretto non uno, il secondo sfortunato è Peeta Mellark, un giovane che Katniss conosce sin dalla scuola e che una volta le ha salvato la vita offrendole il proprio pane quando la famiglia di lei stava per morire di stenti (dopo la morte del padre seguì un periodo in cui la madre cadde in depressione senza procurare sostentamento alla famiglia e fu Katniss a prendere le redini iniziando a cacciare).
I due ragazzi, una volta arrivati con il treno a Capitolo City, passano una settimana per la preparazione agli Hunger Games: addestramento ed interviste. L’addestramento si svolgeva ogni sera. Il primo dei sette giorni Katniss e Peeta furono vestiti da Ginna (l’uomo che ogni anno vestiva i Tributi del Distretto 12 per il loro primo impatto visivo con il pubblico con abiti che bruciavano con una fiamma artificiale che non poteva scottarli. A dare loro i suggerimenti strategici per l’intervista era Effie, mentre i suggerimenti strategici per il combattimento nell’Arena li dava loro l’unico vincitore del Distretto 12 che ci fosse mai stato in settanta’anni, Hammilton.
Durante l’intervista di presentazione Peeta rivela in diretta i propri sentimenti d’amore nei confronti di Katniss (su suggerimento di Hammilton). La ragazza in un primo momento non crede a Peeta che gli disse che era una macchinazione, ma quando glielo disse anche Hammilton la ragazza dovette ricredersi. La macchinazione di basava sul creare una sventurata coppia per attirare l’attenzione degli sponsor ai quali è concesso di inviare regali ai propri Tributi preferiti durante il corso dei giochi.
Conclusa la settimana, i giochi cominciarono; l’arena era una foresta con una radura con all’interno una statua con un corno d’oro pieno di provviste di qualsiasi genere. Nell’atto di raccogliere qualcosa morirono in undici, mentre altri strinsero fra loro un’alleanza. Persino Peeta ne fece parte, così che da soli rimasero in tre. Il gruppo di dieci prese molte provviste e si stanziò nel lago accanto alla radura. Katniss e gli altri due si rifugiarono sparpagliati nel fitto della foresta, Katniss superate le prime difficoltà si alleò con una ragazza di nome Prim grazie alla quale uccise altri due tributi. Prim purtroppo fu uccisa. Katniss prima che Prim morisse grazie al suo aiuto era anche riuscita a distruggere le provviste dei tributi alleati. Peeta era stato tradito e lascito ferito al suo destino.
Una nuova regola però viene annunciata nel corso dei Giochi, definendo che due tributi dello stesso Distretto potevano vincere insieme, in pareggio.
In conseguenza a tale proclama Katniss si pose alla ricerca di Peeta ed una volta trovata ferito, lo soccorse. Agendo come una giovane coppia innamorata, conquista ancora di più il favore del pubblico e, conseguentemente, doni da parte dei suoi sponsor (medicinali e cibo). Alla fine gli ultimi partecipanti al gioco furono Peeta, Katniss ed un ragazzo di nome Cato.
I due riuscirono a trionfare, ma quando la coppia rimase sola in gioco, gli organizzatori decisero di revocare la nuova regola e di sforzarli in un drammatico finale nel quale uno dovrà decidere di uccidere l’altro per vincere e per sopravvivere.
I due giovani, ciò nonostante, decidono di tentare il suicidio nella speranza che gli organizzatori possano preferire di avere due vincitori, invece che nessuno. Gli organizzatori, prima che Katniss e Peeta riuscissero a suicidarsi fermarono i giochi, affermando che i vincitori erano due: i tributi del 12° Distretto.
Terminati gli Hunger Games vi fu l’intervista ai vincitori e la coppia poté tornare al Distretto 12. Lo so forse mi sono dilungato un po’ troppo, ma ora vorrei dirti cosa ho provato io.
La domanda che risaliva più spesso era: “E se fosse successo a me?” Mentre mi facevo ripetutamente questa domanda emergeva in me un sentimento: la malinconia. Mi immaginavo lontano da qualsiasi mio affetto con la possibilità di abbandonarlo definitivamente senza nemmeno poterlo percepire prima di chiudere gli occhi l’ultima volta.
Matteo MARIOTTO

N come NOSTALGIA
Cara Noemi,                                                                                                                                   
volevo raccontarti del libro che ho letto.                                                                                    
Questo libro parla di un bambino di nome Auggie che ha la faccia un po' strana rispetto alla nostra. E' "deformato". Dalla sua nascita gli sono state fatte 27 operazioni per aiutarlo a parlare, camminare, sentire... ma purtroppo l'aspetto del suo viso è rimasto sempre lo stesso.  All'inizio sua mamma gli faceva da maestra in casa, ma adesso era arrivato il momento di andare a scuola.  
Lui indossava sempre un casco per non farsi vedere la faccia, e per non sentirsi osservato. Il suo sogno era quello di andare nello spazio, e di diventare un astronauta. Iniziata la scuola, tutti i bambini lo osservavano, e molti lo prendevano in giro, ma lui non diceva mai niente a nessuno.
I primi giorni sembrava andasse tutto bene, per i suoi genitori e per sua sorella, ma in realtà non era così. Un giorno, a cena, Auggie si mise a piangere perché ogni volta tutti lo prendevano in giro, quindi lui voleva andare a scuola con il suo casco, ma non lo trovava più. Ma in realtà lo aveva nascosto suo papà nel suo ufficio per non farglielo indossare. Qualche giorno dopo l’inizio della scuola, un bambino fece amicizia con Auggie, diventarono molto amici, così Auggie lo invitò a casa sua, e iniziarono a  divertirsi insieme.     Arrivato il giorno di Halloween, la festività preferita di Auggie, tutti i ragazzi andarono a scuola mascherati. Arrivato a scuola Auggie vide il suo amico che parlava con i bulletti della scuola, parlavano male di lui! Auggie aveva sentito tutto. Il giorno dopo Auggie non salutò più il suo ex amico e il ragazzo iniziò a chiedersi come mai non voleva più stare insieme a lui. Auggie gli fece capire che aveva sentito tutto, ma il ragazzo non credeva che quello dietro di lui era Auggie, essendo travestito. La mamma del ragazzo lo mise in punizione finché non si sarebbe scusato. Auggie dopo un po' di tempo lo perdonò, nel frattempo Auggie aveva fatto amicizia anche con un'altra bambina. Era arrivato il giorno della gita di classe, la famiglia di Auggie era preoccupata di quello che sarebbe potuto succedere, ma felice perché il loro figlio stava facendo esperienze nuove. Il bus lasciò la classe davanti ad un'auletta dove iniziarono a spiegare varie cose... Auggie e il suo amico erano troppo carichi, e non avevano voglia di stare lì ad ascoltare, quindi senza farsi vedere uscirono fuori e iniziarono a correre in mezzo gli alberi. Quando si fermarono, incontrarono 3-4 bulli molto più grandi, che li volevano menare, Auggie e il suo amico, erano molto piccoli rispetto a loro, infatti buttarono per terra il bambino (amico di Auggie) e iniziarono a prendere in giro Auggie. Ad un tratto arrivarono i bambini della classe di Auggie (quelli che prima erano i bulli) che li aiutarono. Da quel momento Auggie diventò amico di tutti quanti.       
QUESTO BAMBINO AVEVA PREGI E DIFETTI: IL PREGIO E' CHE NONOSTANTE TUTTO, LUI NON SI demoralizza ANCHE SE A VOLTE VORREBBE, IL DIFETTO E' CHE NON SI SFOGA MAI CON NESSUN E SI RITROVA AD AFFRONTARE LE COSE DA SOLO.
Questo libro mi ha espresso un po' di nostalgia, vedendo questo bambino soffrire, e che esistono ancora questi ragazzini che non fanno altro che prendere in giro bambini in difficoltà.
Alessia PIGNIERI
O come ONESTA'  
                                                                 24/01/2018
Cara Alessia,
come stai? Spero bene.
È da tanto tempo che non ci sentiamo perché in questi giorni sono stata molto impegnata.
In queste ultime 2 settimane ho letto un libro molto bello che si chiama “CIAO TU” di Roberto Piumini e Beatrice Masini.
Ti racconto un po' la trama: Erano i primi mesi di scuola e il protagonista, di cui non si sa né il nome nè il cognome, trova nel suo zaino un biglietto scritto da un’ammiratrice segreta che dice di essere innamorata di lui anche se lui forse non sa neanche che è in classe con lui. Gli dice che, se vuole scoprire chi sia, deve scrivere delle lettere e nasconderle nello spazio che c’è tra la lavagna e il muro così nessuno le avrebbe mai viste.
All’inizio il ragazzo la chiama con un nome inventato, cioè Euly. Si scrivono delle loro giornate e man mano Euly dava un indizio su di lei per aiutarlo a capire chi fosse.
In un messaggio lui gli disse che anche quando capirà chi sia non si deve rivelare perché il gioco è più bello se in segreto.
Un giorno trovarono un messaggio scritto sulla lavagna da qualcuno che aveva trovato e letto le sue lettere, così alla ragazza venne l’idea di buttare le lettere, quelle scritte da lui, nel cestino e poi dopo lei le avrebbe prese, ma lui disse di no perché ormai aveva capito chi era lei… era Viola, la ragazza che lui immaginava e anche a lui piaceva. Così anche lui incominciò a mettere le lettere nello zaino di Viola.
Dei due personaggi non si sa molto, soltanto che lui ha il naso storto, è di altezza normale ed è bravo a scuola. Di lei si sa soltanto che il suo colore preferito è il blu, non è bravissima in latino ed ha ancora con sè il suo topolino di quando era piccola e soprattutto che si chiama Viola.
In questo libro il sentimento che ho trovato è l’onestà.
L’onesta perché tutti e due hanno detto quello che pensavano l’uno dell’altra e poi la ragazza avrebbe potuto dire cose non vere su di lei per esempio come fosse di aspetto fisico.
Comunque questo libro te lo consiglio molto perché a me è piaciuto tantissimo.
Fammi sapere se lo leggerai, aspetto la tua risposta, ti voglio bene!
Con affetto…
Ilaria PISAPIA

P come PAURA
Cara Susanna,
devo raccontarti una notizia bellissima! Da poco è uscito un libro ma anche il film molto bello, intitolato WONDER. E’ una storia molto bella, che ha fatto piangere molte persone…
Parla di questo bambino normale, chiamato August Pullman ma tutti lo chiamavano Auggie. Alle elementari non è andato a scuola, c’era sempre sua mamma che gli faceva da maestra a casa. Il perché non è andato a scuola, era solamente perché, fin da quando era nato, aveva la faccia deformata, non come i bambini normali, almeno lui era un bambino normale, ma solamente con una faccia diversa dagli altri, e lui si vergogna a farsi vedere così in giro, infatti lui andava in giro sempre col suo casco da astronauta. Fin da appena nato l’avevano sottoposto a molti interventi, 27 di preciso, che l’avevano permesso di vedere, sentire senza un apparecchio, respirare… interventi come la chirurgia plastica, gli avevano dato medicine perché i suoi polmoni non funzionavano molto bene.
Ora era giunto il momento di andare a scuola, di incominciare la 1 media, per lui fu un passo molto importante, anzi un cambiamento molto importante. Da lì in poi avrebbe dovuto alzarsi tutte le mattine presto, fare colazione veloce e poi assonato andare a scuola. Orami non poteva più fare  come in casa, che si svegliava quando voleva. I suoi genitori inizialmente volevano farlo andare, ma poi decisero di fare scegliere a lui se frequentare la scuola oppure stare a casa e avere come insegnante sua mamma.  Lui però decise di andare, affrontare la sua paura. Un mese prima che incominciasse, andò lui con sua mamma a visitare la scuola che poi avrebbe dovuto frequentare. Al suo arrivo dal preside, vide che la scuola era deserta, non c’era nessuno a parte lui, sua mamma e il preside. Auggie vide che il preside era molto gentile con lui, anche se molte volte, non lo guardava molto in faccia. Lui per tutto quel tempo tenne la testa bassa, per evitare di farsi vedere molto in faccia. Ad un certo punto il preside, decise di fare entrare tre ragazzi che sarebbero stati in classe con lui fra un mese. Decise di farglieli conoscere perché sapeva che erano bravi e molto gentili, e le maestre gli avevano parlato bene di loro. Quando li fece entrare, Auggie tenne sempre la testa bassa, ma tese la mano ad ognuno, come segno per salutarli. Uno si chiamava Jack Will, poi c’era Charlotte e infine Julian. Il preside decise di fare visitare la scuola ad Auggie, la guida sarebbe stata dei tre ragazzi. Dopo mezz’ora tornarono, ed Auggie fece segno a sua mamma di andare subito via, perché si vergognava di stare lì. Finalmente arrivò il giorno dell’inizio della scuola, lui, sua mamma, suo papà e sua sorella che anche lei incominciava la prima superiore, erano tutti un po’ agitati per Auggie. L’accompagnarono all’entrata di scuola e poi lo salutarono. La giornata per lui fu molto lunga, e quando tornò a casa, non parlò con nessuno, ma non perché l’avevano preso in giro, ma perché tutti a scuola lo guardarono ma lui sapeva che era una cosa normale che facevano sempre i bambini. Col passare del tempo, diventò molto amico di Jack, ma un giorno, il giorno di Halloween, a scuola andarono tutti travestiti, lui era molto contento perché era il giorno in cui poteva andare in gito a testa alta, senza vergognarsi, perché tanto era travestito, con una maschera in faccia che gliela copriva. Quando però entrò in classe sentì parlare Jack con Julian e altri suoi amici, lo stavano prendendo in giroe, senza neanche sapere che fosse dietro di loro. Auggie fu molto deluso da Jack, perché ormai erano diventati amici stretti, ma dopo aver sentito cosa gli aveva detto alle spalle, tornò subito a casa, e pianse molto. Diciamo che non fu deluso molto da Julian, perché lui era un ragazzo che si faceva vedere dagli adulti simpatico e gentile, e poi con gli altri era un bullo e prendeva in giro quelli della sua età. Auggie per molto tempo non parlò più con Jack, i giorni passavano, e lui a scuola non mangiava più con Jack. Jack rifletté molto sul perché Auggie non lo volesse più. Un giorno, arrivò al tavolo di Auggie, Summer, una sua compagna di classe. Lei voleva diventare amica di Auggie, infatti poi diventarono buoni amici. Jack, capì il perché Auggie era arrabbiato con lui, si ricordò di quello che aveva detto ad Halloween, e capii anche che quello vestito di nero, che era entrato in classe quel giorno era Auggie, lui non lo sapeva. Jack chiese scusa ad Auggie per quello che aveva detto, lui non voleva prenderlo in giro. Auggie lo perdonò, e ridiventarono molto amici. Un giorno in gita arrivarono dei bulli di terza media a prendere in giro Auggie, Jack lo difese, facendosi picchiare, e poi arrivarono Julian con i suoi amici bulli, però arrivarono per difendere Auggie, non a prenderlo in giro. Diventarono tutti amici, e Auggie fu molto contento che finalmente Julian e i suoi amici lo accettarono per quello che era. Arrivò il giorno della fine della scuola, come tutti gli anni il preside con tutti gli insegnanti premiavano il ragazzo migliore di quell’anno, e quell’anno toccò ad Auggie, per il suo coraggio che aveva avuto ad affrontare e a fare quel passo importante, cioè di venire per la prima volta a scuola. I suoi amici furono molto contenti per lui, e finalmente Auggie sapeva che non era più solo, ma aveva degli amici su cui sapeva che poteva contare.
Il personaggio che mi è piaciuto di più di questo libro è stato Jack Will, un personaggio molto onesto, gentile, educato, che sa apprezzare le persone per come sono. Lui anche se all’inizio aveva detto certe cose su Auggie che non furono molto corrette, sapeva che non le voleva dire, ma le disse senza neanche pensare, perché molte persone, molte volte, dicono cose che non pensano, ma le dicono per farsi vedere davanti ai più forti che la pensano come loro. Jack però per fortuna capì che quello che aveva detto non era molto corretto nei confronti di Auggie, e infatti poi andò a chiedergli scusa, perché si era pentito di quello che aveva detto.
Il sentimento che ho provato, leggendo questo libro, è stata la paura che Auggie a scuola non potesse trovare amici buoni, che l’apprezzavano per quello che era, infatti molte volte la gente non lo voleva toccare perché pensavano che attaccasse qualcosa. Avevo paura che non lo volessero per il fatto che aveva la faccia deformata. Infatti inizialmente Julian con i suoi amici si fecero vedere dei bulli, che non accettavano ma anzi prendevano in giro Auggie per com'era. Ma poi, capirono che le persone si devono giudicare dal carattere, non dall'aspetto fisico o per semplicemente una faccia deformata.
Te lo consiglio proprio!
A presto.
Martina RAPETTI

Q come QUERELLE
Caro Valerio,
ti scrivo questa lettera per sapere un po' come stai, visto che ci vediamo solo in estate...
Qui io sto bene. La scuola così così. E te? Se mi risponderai, dimmi come stai perché mi manchi tanto!!! Ho appena finito di leggere un libro... Il suo nome è: “Ciao tu”. Parla della storia di una ragazza che dice a un ragazzo tramite un bigliettino che lo amava. Il ragazzo però non sapeva chi fosse, quindi ogni giorno lui gli lasciava un bigliettino dietro alla lavagna mentre lei ogni giorno glielo lasciava nella cartella... 
Il protagonista di questa storia è Michele che era così: aveva gli occhi color chicco d’uva, era molto magro e come diceva la ragazza era molto carino... Questo libro parla dell’amore “segreto” perché non si sapeva chi amasse Michele e anche dell’ostinazione del protagonista di scoprire chi era la misteriosa spasimante...
Questo libro te lo consiglio vivamente perché è un misto tra un romanzo e un giallo... giallo perché fa vedere che Michele deve risolvere una serie di “enigmi” per arrivare al mittente dei bigliettini. Insomma mi è sembrato proprio una bella querelle.
Salutoni 
Kristian RUSSO

R come RETICENZA
Ciao Timoteo,
questo mese ho letto un libro che si intitola “ Contro i cattivi funziona”, e parla di RETICENZA (indecisione/scelta) perché il protagonista deve scegliere se fare del bene o fare del male.
Matteo è un ragazzino di 13 anni che si trasferisce con la mamma e il fratello Guido più piccolo di lui. I loro genitori si sono appena separati e quindi stanno un po’ con la mamma e un po’ con il papà. Suo fratello Guido è spastico e si comporta come un bambino piccolo. Matteo si vergogna del fratello e non dice mai a nessuno chi è suo fratello e nega la sua esistenza. Nella nuova scuola conosce nuovi amici e compagni: Saverio che è il suo nuovo migliore amico, è il primo e l’unico al quale Matteo confida di avere Guido come fratello; Selene è la vicina di casa è dolce gentile e generosa con tutti; Francesco è il bullo della scuola. Matteo entra a fare parte della gang di Francesco, ma le cose si complicano quando Guido venne inserito nella stessa scuola di Matteo. Francesco prende in giro Guido, non sapendo che è il fratello di Matteo, Matteo fa finta di non conoscerlo. Matteo si fa trascinare dalla gang fino al punto di picchiare Saverio unicamente per dimostrare il suo coraggio a Francesco, e si continuare a far parte del suo gruppo. Presto Matteo si accorge che sta sbagliando e nel momento in cui viene picchiato da Francesco per una mancata partecipazione ad una bravata, si rende conto della crudeltà di Francesco. È Guido che salva Matteo, lui infatti percepisce che il fratello è nei guai e, con un urlo, riesce a far capire ai famigliari dive si trova Matteo. Anche Guido viene picchiato e questo episodio cambia totalmente la visione di Matteo nei confronti del fratello. Da quel momento lo aiuta, gli sta vicino e vede i miglioramenti e l’affetto che Guido può dare ai suoi coetanei. Matteo però non dimentica Francesco e lo invita a partecipare ad un nuovo gruppo di amici veri.
Matteo è un ragazzo che aveva paura di essere preso in giro a causa dell’handicap di suo fratello ma con “la fiducia” che darà a suo fratello diventerà più coraggioso e sicuro di se stesso.
Insomma devi assolutamente leggerlo.
A presto.
Mattia SBANO

S come SOLIDARIETA'
Ciao Matteo,
come stai? Anche se ci vediamo sempre ho deciso di scriverti questa lettera perché in questi giorni ho
ripensato al percorso che abbiamo fatto insieme dalle scuole elementari alle scuole medie. Sono quasi otto anni che ci conosciamo e di cose capitate in classe ne abbiamo condivise tante, noi comunque siamo sempre stati solidali verso tutti i nostri compagni più deboli. A proposito di solidarietà, durante le vacanze  di  Natale, ho letto un libro che mi ha colpito particolarmente, adesso provo a raccontarti la trama. Questo libro si divide in due parti: nella prima incontriamo Julian, un ragazzino viziato, accontentato in tutto dai suoi genitori. Il ragazzo però ha un segreto, di notte gli capita di essere tormentato da incubi terribili che gli lascino addosso un senso di ansia e di angoscia. Incubi che sembrano essere passati,  finché non arriva nella sua scuola August, un bambino dal viso deforme a causa di una rara malattia. Per combattere questa sua paura Julian inizia a prenderlo in giro, ad isolarlo e a chiamarlo “fenomeno da baraccone”, come se non bastasse inizia a scrivergli anche dei bigliettini offensivi, ma il preside, venuto a conoscenza di tutto ciò, lo sospende. I suoi genitori, infuriati, lo difendono e accusano la scuola di aver gestito male l’arrivo del nuovo ragazzo, anzi di aver fatto dei favoritismi nei suoi confronti  a discapito di tutti gli altri. Nella seconda parte del libro la scuola è finita e Julian racconta la sua estate solitaria a Parigi, a casa della nonna paterna, che gli racconterà una storia che non ha mai raccontato a nessuno. La nonna parla del suo passato durante l’occupazione nazista  e di chi l’ aveva aiutata a salvarsi. Ascoltando questa storia Julian si rende conto di aver sbagliato atteggiamento nei confronti di August e per la prima volta si mostra veramente mortificato. Il ragazzo è il protagonista di questo libro  ed è un vero e proprio bullo che cerca di convincere i suoi amici che non  lui il cattivo, ma che la colpa di tutto quello che succede è solo di Auggie e della sua tremenda faccia. Però io credo che questa sua paura verso il “diverso” lo spinga da essere così crudele e sicuramente non è stato aiutato, né supportato dalla sua famiglia, sempre presa da mille impegni. I suoi amici però, man mano che conoscevano August , sono diventati più gentili e aperti verso il prossimo. Questo libro mi ha toccato profondamente e sono contento  che alla fine i ragazzi abbiano compreso cosa voglia dire essere solidali, ma cos’è la solidarietà? Forse quel “sentimento” che sta scomparendo, soppiantato dall’egoismo e da altri sentimenti negativi. Per me solidarietà vuol dire aiutare il prossimo moralmente, cercando di sostenerlo condividendo i suoi problemi. Proprio questo aspetto mi ha colpito particolarmente, infatti i ragazzi si trovano a condividere con Auggie il suo problema più grande:  il suo aspetto. August viene descritto come un ragazzo dal volto “orribile”, ovviamente non tutti si schierano dalla sua parte, anzi lo prendono in giro, ma alla fine, ripensando a quello che hanno fatto cercano di rimediare chiedendogli scusa. Il mio racconto è finito, spero tanto di non averti annoiato, anzi sono sicuro di averti incuriosito.
Ci vediamo domani!
Gian Maria STIFANI

T come TIMIDEZZA
Ciao caro amico
con questa lettera voglio parlarti di un libro che mi è piaciuto “Wonder”. Il libro è narrato in prima persona; si narrano principalmente gli stessi fatti ma sotto il punto di vista di più personaggi. Il protagonista del libro è un ragazzino di 10 anni di nome August che ha delle malformazioni alla faccia per una malattia. 
Il personaggio che mi è piaciuto di più è stato il protagonista August. Lui è di corporatura abbastanza magra; per quanto riguarda la faccia, ha molte cicatrici per le operazioni che ha dovuto subire (27) e un mento abbastanza strano; ha i capelli neri e corti, occhi abbastanza in basso e delle piccole orecchie in basso alla testa rispetto al normale, tutto questo perché è nato con dei problemi alla faccia. Di carattere è molto tranquillo e soprattutto molto intelligente soprattutto in scienze materia in cui va particolarmente bene. I sentimenti che lui prova sono principalmente timidezza soprattutto all'inizio quando va a scuola o quando incontra altre persone per la per la prima volta e la tristezza specialmente quando muore il suo cane. 
Questo libro a me è piaciuto e ti consiglio  di leggerlo. 
Ci sentiamo
Gabriele TURI